Molto si è parlato di questo libro, sicuramente a ragion veduta. Ha vinto il premio Strega e segna la conferma dell'autore de Il fascio comunista, da cui è stato tratto il film Mio fratello è figlio unico.
Purtroppo qualsiasi libro letto subito dopo l'Ulisse si trova in una posizione molto complicata, quindi questo condiziona il mio giudizio. Del resto i giudizi sono sempre condizionati dalla situazione contingente, ma non volgio divagare: il libo è molto interessante, si legge molto bene e la lettura appassiona per almeno i tre quarti del testo.
Le pecche sono una leggera sciatteria di fondo che poteva essere evitata. Mi riferisco soprattutto al fatto che ogni due pagine il narratore della storia si rivolge ad uno sconosciuto interlocutore dicendo: Come dice?. Questo "come dice" ripetuto come un mantra risulta un po' irritante. Lo sviluppo della storia è un po' confuso e verso la fine si perde quella tensione che spinge invece a divorare il libro dalle prime pagine.
Non mi disturba l'apologia del fascismo agreste che invece è l'aspetto più interessante del libro. Mi infastidisce piuttosto il fatto che il libro sembra una bozza, che lo scrittore si sia accontentato di quello che aveva qundo poteva scrivere realmente un gran libro.
Non so se si è capito, ma mi è piaciuto. Abbastanza.
1 commenti:
Aggiornamento: pubblico il link per vedere una spassosa intervista a Pennacchi: http://www.la7.it/invasionibarbariche/pvideo-stream?id=i359233
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