Caballeriza ("Cavallerizza" in italiano. Purtroppo in Italia sono stati pubblicati solo tre libri di questo autore e quello in questione non è fra quelli) si apre con un espediente narrativo interessante: l'autore in prima persona racconta di come uno sconosciuto gli suggerisca l'argomento di un libro. Mentre spiega i dettagli e le circostanze dell'incontro, mi accorgo che siamo già nel vivo della storia! Due ore più tardi ho già finito il libro, passando per intrighi di malavita, omicidi passionali (e non), fughe, reclusioni, il tutto narrato con uno stile asciutto ed essenziale tanto da farlo sembrare - se non fosse per l'uso di espressioni estremamente latinoamericane - la traduzione di un libro nordamericano.
Ho comprato l'edizione spagnola dell'editrice Seix Barral (2006) elegantissima come sempre. Mentre cerco la foto da inserire al principio di questo post scopro però che nell'edizione guatemalteca (Ediciones del pensativo, Guatemala, 2006) è riprodotto in copertina un quadro, fantastico e calzante, forse di Miquel Barceló. Sarebbe stato bello usarlo anche per questa edizione.