
È la poesia (il canto) l'origine di tutte le arti? A leggere Omero sembra di sí. La freschezza di questi versi, la loro vivacità intatta, fanno impallidire qualsiasi rovina. E il poema si apre con una invocazione che è già una dichiarazione: "
Cantami". O dea.
Molti pensano di conoscerne la storia, ma il testo riserva più di una sorpresa (almeno per me). Non c'è nessun accenno al cavallo, Achille non muore, Troia non cade. Tutto ciò viene accennato brevemente nell'Odissea (chi sta pensando "io lo sapevo" forse sta mentendo...).
Questo poema è un macigno, segna irrimediabilmente la storia, anzi si potrebbe dire che la Storia cominci da qui. L'eterno conflitto fra Oriente e Occidente, fra Europa e Asia minore. I greci non fanno una gran figura: Agamennone, Menelao, lo stesso Achille che per un capriccio è disposto a condannare tutta la Grecia. Molto più dignitosi i troiani. Su tutti Ettore: bello, forte (ma senza essere figlio di una divinità), saggio. Nel pieno della battaglia fa in tempo a correre a casa, salutare la moglie, baciare il figlio, incaricare i riti religiosi, cazziare il fratello (Paride) e tornare a battersi!
Al margine del mito c'è la guerra per il controllo dei Dardanelli e quindi dell'Egeo. Ma questo non basta agli uditori di Omero (se mai è esistito). E allora: Elena, l'amore di Paride, la sostituzione di Briseide con Criseide (il "capriccio" di Achille). E poi uno stuolo di dei - maggiori e minori - maneggioni e rancorosi.
Questa epopea, nella sua doppia componente - mitica e storica - continua a perpetuarsi, a ripetersi e a rigenerarsi attraverso i secoli. Achille risponde ad Agamennone che vuole convincerlo a combattere: "Non sono venuto qui a combattere a causa dei Teucri, a me nulla hanno fatto; non mi hanno rubato né buoi né cavalli, non mi hanno distrutto il raccolto". Le vicende stesse che portarono Schliemann (quel pazzo!) alla scoperta dei resti di Troia sono mitiche, ma restituiscono il mito alla storia.
Merita una menzione la traduzione di Maria Grazia Ciani, della quale avevo già letto l'Odissea, che anche in questo caso è strepitosa nella resa del testo, nel quale si percepisce la fedeltà all'originale greco ma non il peso dei secoli.