Nel 1981 il Guernica, forse il quadro più significativo e conosciuto del XX secolo, viaggia trionfalmente da New York a Madrid con un biglietto di sola andata, per stabilirsi al Cason del buen retiro e successivamente nel Museo Reina Sofia. Il pittore Antonio Saura (artista straordinario, fratello del più conosciuto Carlos, regista cinematografico) scrive di getto quello che lui stesso definisce un libello attaccando il quadro, il suo valore storico e artistico, ma soprattutto il circo dell'arte e della politica di cui sarà perno. Una successione di giudizi lapidari che cominciano tutti con la parola "odio", "disprezzo" o "detesto".
Una dichiarazione di guerra piena d'amore, una lucidità straordinaria nel cogliere l'ipocrisia della politica ma anche del mondo della cultura. Una descrizione così minuziosa dell'opera da essere straziante.
Appena ripubblicato da La central e arricchito da una estesa introduzione e da altri testi critici dei Saura.
Detesto il Guernica perchè senza essere un quadro di storia è tristemente una delle composizioni più straordinarie della storia dell'arte.
Detesto il Guernica perchè l'aereo sul quale viaggiava atterrò con quarantacinque minuti di ritardo.
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