sabato 30 aprile 2011

Lejos de Veracruz - Enrique Vila-Matas

Vila-Matas è uno dei più interessanti scrittori europei in attività. 

Questo è il quarto romanzo che leggo dell'autore barcellonese e tuttavia non sono entrato nella schiera dei suoi - numerosissimi - adoratori.
Lo stile di Vila-Matas è difficile da classificare, non si capisce mai prima della pagina 100 se stiamo leggendo un romanzo o un saggio; sicuramente è un esempio di quella letteratura che non poggia semplicemente sulla trama, ma piuttosto sulla letteratura stessa. Col rischio a volte di cadere nel manierismo.

In questo libro trovo due commenti su altrettanti scrittori, che descrivono bene lo stile dell'autore. Il primo si riferisce a un personaggio di fantasia, Antonio Tenorio, fratello del protagonista, scrittore di successo e suicida (il suicidio è un tema ricorrente in V-M): 

"Era solito convertire in opere d'arte quei 'ritratti di un momento' dei quali era consumato specialista: quel tipo di disegno letterario che consiste nel racconto di un istante di esaltazione, del momento in cui nasce un pensiero, in maniera sinuosa, in modo inaspettato, nella stretta relazione tra contenuti casuali procedenti dall'ambiente"

L'altro commento si riferisce a Gombrowicz, il cui stile - dice l'autore - consiste nel "mescolare gli eventi narrativi con un tema vicino al saggio letterario e, servendosi della sua non trascurabile immaginazione e della sua capacità di associazione delirante e gratuita fra le cose più disparate, risolvere il testo con un pensiero finale, a volte brillante e intelligente ma altre, bisogna dirlo, scandalosamente superficiale".



giovedì 21 aprile 2011

Istambul - Orhan Pamuk

L'autore racconta se stesso e la città in un libro pieno di foto.
Io credo, personalmente, che la realtà si comprenda meglio attraverso la finzione e che queste forme di confessione non siano del tutto efficaci. Insomma: di Pamuk preferisco le storie alle cronache.

Del resto fra i privilegi che offre il Nobel c'è anche quello di poter scrivere ciò che si vuole.


Viviendo del cuento - Juanjo Saez



Il cimitero di Praga - Umberto Eco

Una storia appassionante, da leggere d'un fiato. Le avventure di un falsario meschino e opportunista, e di un prete (ma è davvero un prete?) fra Italia e Francia, all'epoca delle guerre di'Indipendenza. Plagi, falsificazioni, omicidi, intrighi, che porteranno alla stesura di quel odioso falso, tristemente noto come "I protocolli dei savi di Sion" che servirà da pretesto per i pogrom in Russia e per l'olocausto nazista.
Eco è un maestro del genere, anche se a volte sembra compiacersi troppo delle bassezze dei suoi personaggi o di certe trovate intellettualistiche.
Da segnalare due cose: la prima è che tutti i personaggi (tranne i due protagonisti) e tutti i testi citati sono rigorosamente reali. La seconda è che la narrazione è accompagnata da incisioni d'epoca, della collezione personale dell'autore, che sembrano fatte apposta per il romanzo.


El silenciero - Antonio di Benedetto

Di Benedetto è uno scrittore argentino; senza dubbio uno dei grandi del XX secolo. Possiede uno stile personalissimo - non ho mai letto niente del genere - secco, asciutto, quasi impersonale, eppure accuratissimo. Piuttosto difficile da leggere. El silenciero è un uomo ossessionato dal rumore che vive in un universo meccanicistico che fa pensare (non a sproposito) a Kafka. Un'esistenza - naturalmente - senza speranza né redenzione.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...