Visualizzazione post con etichetta VIta e destino. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta VIta e destino. Mostra tutti i post

domenica 2 gennaio 2011

Vita e destino - Vasilij Grossman

Vasilij GrossmanUn romanzo corale. Magnifico.
L'autore è ebreo ed ucraino, ingegnere, convinto militante sovietico prima e dopo la morte di Stalin acceso contestatore del regime. Negli anni Sessanta si propone l'impervio compito di scrivere il Guerra e pace del ventesimo secolo e, fatto straordinario, ci riesce!
La lettura non è semplice perché le mille pagine scoraggiano un po', i personaggi sono innumerevoli e tutti con tre nomi, gradi di parentela, eventuali soprannomi, chi ha familiarità con la letteratura russa sa di cosa sto parlando. Tuttavia è assolutamente gratificante e ci si accorge sin dalle prime righe di trovarsi di fronte ad un classico.
La descrizione della morte nelle camere a gas è fra le pagine più strazianti e più belle che abbai mai letto.
Adelphi pubblica la prima traduzione integrale in italiano sul testo russo. 
Chi volesse approfondire le tematiche trattate nel libro o conoscere la vita dell'autore può leggere l'eccellente post pubblicato nel blog non solo prousthttp://nonsoloproust.splinder.com/post/19420987


Le benevole - Jonathan Littell

Le benevoleUn'edizione Einaudi molto elegante con uno splendido Fontana in copertina, il successo sin dalla prima pubblicazione, mille pagine, un argomento terribile e inesauribile come la seconda guerra mondiale, insomma un libro che ha tutte le qualità per essere straordinario. Non è così, almeno non per me. 
Un ex ufficiale delle SS racconta in vecchiaia le proprie vicende che lo hanno portato ad essere protagonista di alcuni dei momenti più significativi del conflitto mondiale, da Stalingrado ai lager, come una specie di Forrest Gump nazista.
Ad arricchire la trama una omosessualità repressa e violenta, un'amore incestuoso, l'omicidio dei genitori (non ci facciamo mancare niente) e una serie di incubi anali veramente morbosi.
Non c'è pentimento nelle sue "confessioni", ma una sorta di fatalismo che lo porta a dire che ogni persona al suo posto avrebbe fatto lo stesso e si sarebbe macchiata degli stessi terribili crimini più che per opportunismo per senso del dovere. In realtà alcune persone (seppur poche) si sarebbero comportate diversamente e ignorare questa riflessione è la prima e più grave colpa di questo romanzo. Se l'intenzione dell'autore era di evitare il moralismo, in realtà negli esiti si abbandona al qualunquismo.
E evidente che Littell si è preparato per affrontare la scrittura di questo tomo poderoso, però proprio questa attenzione ai gradi militari e alla burocrazia nazista risulta un po' noiosa.   
La parte migliore del racconto è l'incontro con un prigioniero comunista che riflette sulle affinità dei totalitarismi, ma siamo ad anni luce di distanza dalla profondità di Vita e destino di Grossman. 


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...