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venerdì 23 marzo 2012

Giuliano - Gore Vidal

"In quale epoca andresti se avessi una macchina del tempo?" Purtroppo nessuno mi ha mai posto questa domanda, ma la mia risposta sarebbe il IV secolo dopo Cristo, un'epoca oscura, di passaggio, percorsa da tensioni così forti da provocare un tracollo nella storia dell'uomo mai documentato fino ad allora. La fine dell'Età Classica e il principio del Medioevo, un evento paragonabile all'inizio di una glaciazione o alla scomparsa dei dinosauri.

Questa è la biografia romanzata di Giuliano detto -ingiustamente- l'apostata, imperatore romano che non vide mai Roma e che tentò, contro ogni possibilità di riuscita, di ripristinare il culto degli antichi dei in un'epoca ormai avviata verso un cristianesimo totalitario.
Scritto dall'intellettuale americano Gore Vidal, questo libro ha avuto meno successo del suo omologo su Adriano scritto da Yourcenar, col quale condivide la meticolosità nella ricerca storica e l'attenzione maniacale alle fonti. Bisogna anche dire che il libro di Vidal risulta in alcuni punti un po' noioso, forse perché si rivolge principalmente a una platea americana che ignora molti aspetti della storia che per noi europei sono più che noti.





mercoledì 19 gennaio 2011

Slumberland - Paul Beatty

Ero riluttante al principio, anche perché la copertina di questo libro non invoglia alla lettura. Di questo autore avevo letto anni fa Tuff e la sua banda (Mondadori): mi era piaciuto, non mi aveva stregato. Slumberland invece è un libro che colpisce, come un pugno in faccia. Il genere si potrebbe definire "esistenzialismo scatologico", è un libro che fa aggrottare la fronte molto spesso. Bisogna superare il fastidio iniziale provocato dai limiti di una traduzione che non riesce sempre a rendere la contundenza dello slang (chi ha mai usato l'espressione "da sballo"?) e bisogna rassegnarsi al fatto che l'autore vuole stupire. Se tuttavia si riesce ad arrivare fino a pagina 60, il resto scorre rapido come una caduta libera. Le avventure di un dj nero di Los Angeles che va a vivere a Berlino alla fine degli anni '80. Sembra scritto da una specie di Kurt Vonnegutt al contrario.

La storia si svolge nel 1989 ma è piena di anacronismi che contribuiscono a sbigottire il lettore. Nel turbine delle vicissitudini spesso assurde del protagonista (una parte rilevante della storia ruota intorno al video di un uomo che sodomizza un pollo!) sorprendono le riflessioni lucidissime e acute e soprattutto una serie di giudizi - ma piú che altro sono sentenze - su musica, arte, letteratura, cinema, politica. Sulla vita.

Per chi ama la musica questo libro è imperdibile. Molto piú di High fidelity di Hornby.  

Odio quelli che odiano Tom Cruise, automi culturali che a sentire il suo nome si inalberano meccanicamente e affermano che quel nano teatrante, nonché seguace di infimo livello di Scientology, è "un pazzo" e "un pessimo attore". Lo odiano perché è facile odiarlo.


mercoledì 22 dicembre 2010

Eureka street - Robert McLiam Wilson

L'anno scorso ero a Milano per qualche giorno. Sono andato da Feltrinelli (non quella in galleria, quella in via Manzoni) e visto che non c'era molta gente mi sono messo a chiacchierare con i commessi. Uno di loro, una signora, mi ha detto:"Hai letto Eureka street? È fantastico!".
Da bravo tossicodipendente ho risposto:"Lo aggiunga al mucchio".

Le avventure di un giovane irlandese cinico e spietato ma anche (soprattutto!) tenero e sfigato. Fa ridere e fa piangere. Mi è piaciuto molto.

È importante viaggiare. Anche a Milano, al limite.


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