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mercoledì 21 dicembre 2011

84, Charing Cross Road - Helene Hanff

Oh, ma che gioia!
Questo libro è divertente, sagace, commovente, lieve, sorprendente, il tutto in un centinaio di pagine.


Io l'ho letto nell'elegante edizione spagnola di Anagrama, mentre in Italia lo pubblica Archinto. Questo Natale ne regalerò più di uno...

venerdì 2 dicembre 2011

Una novelita lumpen - Roberto Bolaño

L'ultimo romanzo pubblicato in vita da Bolaño. In Italia per l'editore Sellerio col titolo "Un romanzetto canaglia". L'aggettivo lumpen fa rieferimento al termine tedesco lumpenproletariat utilizzato da Marx per riferirsi al sottoproletariato. Un altra traduzione del titolo avrebbe potuto essere "Una storiella reietta".

La storia si svolge a Roma, una Roma impalpabile, appena accennata e del tutto prescindibile (anche se non nascondo che mi ha fatto molto piacere questa scelta). Solo un centinaio di pagine, poco più di un racconto lungo per una trama fin troppo semplice, soprattutto se paragonata alla complessità degli intrecci degli suoi romanzi precedenti. Questa semplicità, credo, risponde a una precisa necessità. Bolaño -sul punto di morire- dedica questo romanzo ai suoi due figli e sembra volergli raccontare una favola e in effetti si ritrovano nel testo tutti gli elementi  della favola tradizionale, anche se stravolti dalla lente dell'autore. Due ragazzini, due fratelli, come Hansel e Grethel, come i figli di Bolaño; l'abbandono dei genitori (morti in un incidente stradale); due personaggi intercambiabili -il Gatto e la Volpe- sensuali e disgustosi; un orco, uno di quei personaggi eccezionali di Bolaño, che ti fanno chiedere se siano realmente esistiti. Il lieto fine spostato alla prima riga del romanzo. Un libro molto personale, forse un commiato.

In exergo questa citazione di Artaud: "Ogni scrittura è una porcata. Chi esce dal nulla cercando di precisare qualsiasi cosa gli passi per la testa, è un porco. Chiunque si occupi di letteratura è un porco, soprattutto adesso"



sabato 3 settembre 2011

Blanco nocturno - Ricardo Piglia

L'omicidio di un avventuriero portoricano in un paesino sperduto della Pampa argentina. Una storia di passioni lecite e illecite, di tradimenti, di gauchos. Un romanzo che rifiuta le catalogazioni, sfuggevole fin dal titolo: "Blanco" significa sia "Bianco" che "Bersaglio "(Feltrinelli lo pubblica in italiano con il titolo Bersaglio notturno).

Il protagonista cambia progressivamente con l'avanzare della storia e insieme a lui cambia il genere letterario e lo stile: da romanzo giallo a saga familiare, noir, saggio, diario, intervista. La risoluzione dell'enigma non riporta lo status quo, tutti sono colpevoli, gli indizi contraddittori, la giustizia non ha alcun potere salvifico. 
Uno dei personaggi dà una buona definizione di questa narrativa: la finzione paranoica.


sabato 30 aprile 2011

Lejos de Veracruz - Enrique Vila-Matas

Vila-Matas è uno dei più interessanti scrittori europei in attività. 

Questo è il quarto romanzo che leggo dell'autore barcellonese e tuttavia non sono entrato nella schiera dei suoi - numerosissimi - adoratori.
Lo stile di Vila-Matas è difficile da classificare, non si capisce mai prima della pagina 100 se stiamo leggendo un romanzo o un saggio; sicuramente è un esempio di quella letteratura che non poggia semplicemente sulla trama, ma piuttosto sulla letteratura stessa. Col rischio a volte di cadere nel manierismo.

In questo libro trovo due commenti su altrettanti scrittori, che descrivono bene lo stile dell'autore. Il primo si riferisce a un personaggio di fantasia, Antonio Tenorio, fratello del protagonista, scrittore di successo e suicida (il suicidio è un tema ricorrente in V-M): 

"Era solito convertire in opere d'arte quei 'ritratti di un momento' dei quali era consumato specialista: quel tipo di disegno letterario che consiste nel racconto di un istante di esaltazione, del momento in cui nasce un pensiero, in maniera sinuosa, in modo inaspettato, nella stretta relazione tra contenuti casuali procedenti dall'ambiente"

L'altro commento si riferisce a Gombrowicz, il cui stile - dice l'autore - consiste nel "mescolare gli eventi narrativi con un tema vicino al saggio letterario e, servendosi della sua non trascurabile immaginazione e della sua capacità di associazione delirante e gratuita fra le cose più disparate, risolvere il testo con un pensiero finale, a volte brillante e intelligente ma altre, bisogna dirlo, scandalosamente superficiale".



mercoledì 23 marzo 2011

Los sinsabores del verdadero policía - Roberto Bolaño

È un libro non finito, quasi un romanzo. Pubblicato quest'anno de Anagrama, è il frutto di un progetto che Bolaño ha portato avanti per quindici anni, del quale l'unica cosa certa è il titolo (in italiano: i dispiaceri del vero poliziotto), scelto dall'autore fin dall'inizio. Molto del contenuto di queste pagine finirà in 2666, i personaggi quasi tutti, qualcuno tale e quale, altri profondamente cambiati: Arcimboldi, che in 2666 è un tedesco di 2 metri, qui è un nanerottolo. Per giunta francese.

Il poliziotto cui allude il titolo è il lettore "che cerca invano di mettere ordine in questo romanzo indemoniato"(Roberto Bolaño)

Non si tratta di un'operazione commerciale, o per lo meno non solo. Non si sta raschiando il fondo del barile sull'onda del successo commerciale. Sono pagine di altissimo livello, all'altezza della migliore produzione di Bolaño, sono curate e limpide.

Ogni riga lasciata de Bolaño è un regalo.


lunedì 20 dicembre 2010

2666 - Roberto Bolaño

Ho riletto, per la seconda volta, 2666.
Non sono la persona piú indicata per parlarne perchè sono realmente innamorato di questo libro - e del suo autore - e come ogni innamorato mi lascio trasportare.
Quello che io penso è che 2666 segna l'inizio della Letteratura del XXI secolo.
Si tratta di cinque romanzi legati in una struttura unica che ha il suo centro di gravità in un luogo (Santa Teresa) verso cui tutto precipita. In ogni parte lo stile narrativo è differente pur mantenendo un'omogeneità di fondo.
È composto di un migliaio di pagine ma si legge d'un fiato come un racconto.
Attraverso le sue pagine si intravede l'abisso del male e quello del dolore. E sembra che coincidano.
Attraverso molti dei suoi personaggi si intravede il profilo dell'autore, ma anche quello del lettore, in un gioco di rimandi borgesiano...

Ecco lo sapevo sto trascendendo.

PS. In Italia Adelphi ha pensato di pubblicarlo in due volumi indipendenti venduti separatamente. Che gran pensata! Fortunatamente da quest'anno è possibile comprarlo in un unico tomo.
L'edizione spagnola è di Anagrama. 


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