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mercoledì 24 ottobre 2012

Rainer Maria Rilke – Lettere ad un giovane poeta


Queste poche lettere del poeta austriaco al giovane poeta e ammiratore Kappus possono essere lette come un manuale per la vita. Una vita da poeta, si intende. Sembra di leggere delle pagine settecentesche per la grazia e la ricercatezza delle forme, mentre  hanno appena un centinaio d'anni.
Non è un vero carteggio: sono pubblicate solo le lettere di risposta di Rilke, mentre possiamo solo evincere le questioni poste da Kappus. Ma proprio questa mancanza di organicità costituisce il fascino di questo libretto fra le cui righe, spontanee e sentite, si possono leggere le idee di Rilke sulla poesia, sul'arte, sulla vita. Delle vere perle.

E non deve lasciarsi fuorviare nella sua solitudine perchè c’è in lei qualcosa che vorrebe uscirne. Proprio questo desiderio, se lei lo usa con calma e superiorità e come uno strumento, la aiuterà a dispiegare la sua solitudine su ampio paese. La gente, con l’ausilio delle convenzioni, ha risolto tutto secondo la facilità e la più facile delle facilità; ma è chiaro che noi dobbiamo attenerci al difficile; [...] Sappiamo poco, ma che dobbiamo attenerci al difficile è una certezza che non ci deve abbandonare; è bene essere soli, poichè la solitudine è difficile; che una cosa sia difficile deve essere per noi un motivo in più per farla.
Anche amare è bene: poichè l’amore è difficile.


lunedì 15 ottobre 2012

La violetta del Prater - Christopher Isherwood

Adelphi comincia ora a ripubblicare le opere di questo autore inglese, complice anche il successo del film "A single man" tratto dal suo omonimo romanzo.
In questo "La violetta del Prater" si racconta la storia del giovane Christopher, scrittore alle prime armi, che si ritrova a scrivere la sceneggiatura di un filmaccio musicale, insieme a Fridrich Bergmann, originale regista e sceneggiatore austriaco che ricorda un po' Billy Wilder.
È un libro che parla di cinema, certamente, ma parla anche, in trasparenza, dell'amicizia, del rapporto fra padre e figlio, della guerra, della paura.
È un autore che consiglio senz'altro di leggere.
Sa che cos’è un film? ... Un film è una macchina infernale

PS. questo libro era già stato pubblicato nel 1988 da Einaudi con minore successo. Adelphi ripropone la stessa traduzione, seguita da una nota di Giorgio Manganelli.


martedì 9 ottobre 2012

Tony & Susan - Austin Wright


Le cose che più mi sono piaciute di questo libro: l'edizione. Grande, pesante, una bella immagine di copertina, carta pregiata, la giusta distanza fra il testo e i margini, un bel carattere tipografico. Elegantissima, come sempre in Adelphi.

Nonostante i pareri anche autorevoli che lo considerano un capolavoro riscoperto della letteratura americana, questo libro mi ha lasciato piuttosto freddo. Sicuramente per colpa mia.

L'idea di base è quella del romanzo nel romanzo. Una donna -Susan- riceve per posta il manoscritto del suo ex-marito, un romanzo noir: la storia di Tony. In questo modo la lettura procede su due piani di realtà e con questo escamotage l'autore stempera i toni troppo foschi della storia poliziesca: ogni volta che nella storia succede qualcosa di scabroso, si riemerge sul piano di Susan, dibattuta fra la lettura e i suoi problemi di casalinga frustrata. A mio modo di vedere questa è anche una maniera che Wright usa per mettere le mani avanti e giustificarsi di eventuali scelte letterarie poco felici: lui è l'autore del manoscritto, ma è anche Susan, che critica il suo stile.
aveva i capelli corvini, gli occhi azzurro mare, la pelle bianca come la neve
Credo che si potessero trovare delle similitudini più originali, sinceramente... 


lunedì 14 novembre 2011

Auto da fé - Elias Canetti

Quando ero piccolo mi chiedevo come si facesse a scegliere i libri da leggere. Ancora non lo so esattamente. Con il tempo però ho capito che a volte sono i libri a chiamarsi l'un l'altro, come una sorta di dialogo immaginario, o come le partite a scacchi per corrispondenza fra giocatori che non si conosceranno mai. Capita a volte di imbattersi in un libro che ci suona vagamente, come molti altri, ma che accende in noi una brama quasi colpevole: "come è possibile che non lo abbia letto?" 
A me per lo meno succede...

Questo libro non invoglia alla lettura: 500 pagine scritte con caratteri minuscoli; il titolo è fuorviante: il manoscritto si chiamava "Kant prende fuoco", la prima edizione in tedesco si intitola "Die Blendung" (Abbagliamento), la prima edizione inglese pubblicata a Londra si intitola "Auto da fé" per volontà dell'autore e sempre per sua volontà la prima edizione americana si chiama "The tower of Babel"... Sapere poi che l'autore ha vinto il Nobel e che questo è il suo unico romanzo, induce a pensare di trovarsi davanti a un libro lento e faticoso. Niente di più sbagliato. La narrazione scorre spedita e inarrestabile come una valanga. Una serie di personaggi strampalati e inverosimili, tutti cattivi e irresistibili.
Uno studioso di letteratura orientale -"il più grande sinologo vivente"-, scorbutico e solitario, tanto amante dei libri da sembrare lui stesso fatto di carta. Un giorno decide di sposare per calcolo (sbagliatissimo!) la sua governante, una donna gretta e perfida, che si incaricherà di rendergli la vita un inferno, minacciando l'incolumità  sia dello studioso che della sua amata biblioteca. La storia poi si apre ad una galleria di personaggi uno peggiore dell'altro, in un crescendo surreale e esilarante.

Ho comprato questo libro a metà prezzo in una delle numerose bancarelle di libri usati di Torino. Torino è l'unica città che conosca dove è possibile riunire una biblioteca di qualità senza mettere piede in una libreria.


venerdì 7 ottobre 2011

Autobiografia del Blu di Prussia - Ennio Flaiano


Da una decina d'anni alcune case editrici -soprattutto Adelphi e Bompiani- stanno pubblicando o ripubblicando tutto il materiale di Flaiano che riescano a trovare, seppure eterogeneo e in molti casi incompiuto. Molti sono scandalizzati da questo affanno dettato da ragioni commerciali. A me non sembra una pratica cannibalistica: le edizioni sono belle, il materiale prezioso. Una qualsiasi di queste raccolte di Flaiano è un serbatoio inesauribile per romanzi, film, cortometraggi, farse, canzoni,... c'è l'imbarazzo della scelta.

La serietà è apprezzabile soltanto nei fanciulli. Negli uomini saggi è il riflesso della rinuncia.


lunedì 19 settembre 2011

Tutto scorre - Vasilij Grossman


Straziante e sublime insieme. Il libro a cui Grossman ha lavorato fino all'ultimo giorno della sua vita: il ritorno a casa di un deportato nella Kolyma, nel 1954 dopo la morte di Stalin. Ma questo è solo il pretesto per parlare del Male. Non c'è spazio per l'ideologia, c'è la condanna per Stalin ma anche (quasi a sorpresa) la condanna per Lenin.

In un lungo capitolo  - Il processo dei quattro Giuda - lo scrittore parla con il lettore descrivendogli i tipi del delatore ed invitandolo a comprenderne la natura.
Un altro libro doloroso e potente dello scrittore di Vita e destino, una delle voci piú luminose del novecento.


martedì 24 maggio 2011

Le nozze di Cadmo e Armonia - Roberto Calasso

Un libro complesso che richiede molta concentrazione. Tanti anni fa lessi Ka dello stesso autore. Bellissimo: non c'ho capito niente!


La storia dei miti - della Grecia classica - che stanno all'origine della nostra civiltà. Un libro che ci riguarda tutti. L'autore scava nelle storie di dei ed eroi con piglio da etologo. Non c'è sequenzialità cronologica perché il mito non è soggetto al tempo - al contrario della storia - ma si ripete in eterno. E cosí la stessa narrazione comincia e si conclude nello stesso punto, con Europa rapita da Zeus-toro e riscattata da Cadmo. 

La lettura risulta avvincente  - anche se impegnativa - e non distratta da note (che sono state messe con ottima scelta alla fine del volume). Gli spunti di rifelssione sono numerosi quanto le apparizioni del serpente e del toro suo corrispettivo, perché "il serpente sta al toro come il mare alla terra".
Leggendo mi viene in mente Il rituale del serpente nel quale Aby Warburg individuava nel serpente/fulmine il mito fondativo di tutte le civiltà.


mercoledì 2 febbraio 2011

Il malinteso - Irène Némirovsky

Ogni tanto capita di entrare in libreria e trovare interi scaffali (generalmente all'entrata e ben in vista) pieni di libri di un autore che non ci dice niente ma il cui nome campeggia in mezzo a quelle copertine e ci guarda quasi stupito del fatto che non lo conosciamo...insomma a me capita e puntualmente ci casco. Ultimamente le librerie (almeno quelle italiane) traboccano di libri di Irène Némirovsky, nell'elegante edizione della Piccola Biblioteca Adelphi.
Ne prendo uno a caso, Il malinteso. Il laconico risvolto di copertina dice che è un romanzo di esordio e dell'autrice pubblica semplicemente anno e luogo di nascita e di morte: Kiev 1903 - Auschwitz 1945, un epitaffio piú che semplice ma carico di significati.

Il libro è stato scritto quando l'autrice aveva 23 anni ed in parte si rifà ad esperienze autobiografiche. Il tono e la scrittura sono tipici dei romanzetti d'appendice, né l'argomento se ne allontana: la storia d'amore (amore?) fra una parigina capricciosa dell'alta società e il suo amante, un "nuovo povero" vittima del crollo economico generato dal primo conflitto mondiale. Alcuni temi sono eterni e la fotografia della società del tempo è nitida, tuttavia questo libro va giudicato per quello che è: un romanzo d'esordio.

Nelle ultime pagine una nota di Olivier Philipponnat, biografo dell'autrice, che fa un riassunto meticoloso del romanzo (che non so a cosa serva, visto che si suppone che lo abbiamo appena finito di leggere) e poi si affanna a fare di questo libro un capolavoro, caricandolo di grandi responsabilità e utilizzando espressioni come "studio sentimentale in trompe-l'oeil"...

Credo che  i libri non debbano essere necessariamente delle opere d'arte, possono anche limitarsi ad essere semplicemente piacevoli. Come questo. 




domenica 2 gennaio 2011

Vita e destino - Vasilij Grossman

Vasilij GrossmanUn romanzo corale. Magnifico.
L'autore è ebreo ed ucraino, ingegnere, convinto militante sovietico prima e dopo la morte di Stalin acceso contestatore del regime. Negli anni Sessanta si propone l'impervio compito di scrivere il Guerra e pace del ventesimo secolo e, fatto straordinario, ci riesce!
La lettura non è semplice perché le mille pagine scoraggiano un po', i personaggi sono innumerevoli e tutti con tre nomi, gradi di parentela, eventuali soprannomi, chi ha familiarità con la letteratura russa sa di cosa sto parlando. Tuttavia è assolutamente gratificante e ci si accorge sin dalle prime righe di trovarsi di fronte ad un classico.
La descrizione della morte nelle camere a gas è fra le pagine più strazianti e più belle che abbai mai letto.
Adelphi pubblica la prima traduzione integrale in italiano sul testo russo. 
Chi volesse approfondire le tematiche trattate nel libro o conoscere la vita dell'autore può leggere l'eccellente post pubblicato nel blog non solo prousthttp://nonsoloproust.splinder.com/post/19420987


giovedì 23 dicembre 2010

Chiedi perdono - Ann-Marie MacDonald

Un'amica, del cui giudizio mi fido, mi ha detto: "Devi leggere questo libro"

"Con quel titolo? - dico io - scritto da una canadese, lesbica, attrice e autrice televisiva, al suo esordio con la narrativa? Non abusare della mia fiducia..."
Tempo dopo ero a Torino (da Feltrinelli in Piazza Castello) l'ho chiamata, mi sono fatto ripetere il titolo e le ho detto: "Se è brutto ti uccido". A volte esagero un po'...

Chiedi perdono o ancora meglio Fall on your knees è un gran libro. Una saga familiare con personaggi (femminili quasi tutti) memorabili, in un Canada di confine (lontano da quello di Davies) fatto di immigrazione, lingue remote, orientali o inventate, pratiche religiose, contrabbando. 
Un romanzo fitto di colpi di scena, mai scontato. Alla fine non l'ho uccisa.

"Merecedes aveva 7 anni e andava per i quaranta"



lunedì 20 dicembre 2010

2666 - Roberto Bolaño

Ho riletto, per la seconda volta, 2666.
Non sono la persona piú indicata per parlarne perchè sono realmente innamorato di questo libro - e del suo autore - e come ogni innamorato mi lascio trasportare.
Quello che io penso è che 2666 segna l'inizio della Letteratura del XXI secolo.
Si tratta di cinque romanzi legati in una struttura unica che ha il suo centro di gravità in un luogo (Santa Teresa) verso cui tutto precipita. In ogni parte lo stile narrativo è differente pur mantenendo un'omogeneità di fondo.
È composto di un migliaio di pagine ma si legge d'un fiato come un racconto.
Attraverso le sue pagine si intravede l'abisso del male e quello del dolore. E sembra che coincidano.
Attraverso molti dei suoi personaggi si intravede il profilo dell'autore, ma anche quello del lettore, in un gioco di rimandi borgesiano...

Ecco lo sapevo sto trascendendo.

PS. In Italia Adelphi ha pensato di pubblicarlo in due volumi indipendenti venduti separatamente. Che gran pensata! Fortunatamente da quest'anno è possibile comprarlo in un unico tomo.
L'edizione spagnola è di Anagrama. 


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