martedì 28 febbraio 2012

Il deserto dei bambini - Bruno Montané e Roberto Bolaño


Il deserto dei bambini*


Il nostro primo sogno è una ragazza
-sempre una ragazza-
che cammina per le strade di cristallo
della clinica dove è nata.
Dossier di bambini tremanti
per tanto viaggiare. Dossier di lune alla finestra.
di coppie fugaci, utopiche,
baciandosi le mani. 
Il nostro primo sogno è una ragazza, eccetera,
che cammina per nature morte mormorando per sé
-la pazzia ci allontanerà dalla sinistra moderata,
la speranza elettrizza i più disperati:
idee retrattili, soavi come la collezine di foto
che un adolescente conserva
per le improbabili notti di via libera,
ma che lo aiutano.
Il nostro primo sogno è un oroscopo divertente, pessimista,
una ragazza che legge il giornale
un pomeriggio estivo,
le nubi che passano sopra al mare
(ti credo, ti credo, piove infinitamente),
e un altro che pensa: "la durezza del mio sguardo"
mentre se lo sgrulla
dopo avere pisciato sul muro.


*Pubblicato in "La zorra vuelve al gallinero. Revista de Arte y Poesía", Numero 2 México, primavera del 2000.
Traduzione Stefano Cristi





lunedì 27 febbraio 2012

I fiori blu - Raymond Queneau


Divertentissimo, surreale, onirico. Due uomini, diversissimi tra loro e separati dai secoli, sognano l'uno di essere l'altro. Chi dei due è reale? Nessuno? Entrambi?


Un romanzo pieno di enigmi, citazioni, giochi di parole. Andrebbe letto in francese per apprezzarne tutte le sfumature, tuttavia in italiano possiamo godere di questa versione di Italo Calvino, che più che una traduzione è una vera riscrittura.


      Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d'Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la sua situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano qua e là. Sulle rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un Gallo, forse Edueno, immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente. Si disegnavano all'orizzonte le sagome sfatte di qualche diritto Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I normanni bevevan calvadòs.
Il Duca d'Auge sospirò pur senza interrompere l'attento esame di quei fenomeni consunti.
Gli Unni cucinavano bistecche alla tartara, i Gaulois fumavano gitanes, i Romani disegnavano greche, i Franchi suonavano lire, i Saracineschi chiudevano persiane. I normanni bevevan calvadòs.


venerdì 17 febbraio 2012

Il Medioevo - Jacques Le Goff

Questo è uno dei libri che più mi ha emozionato in questo inizio di 2012.
Jacques Le Goff è uno dei più noti specialisti sull' Età di mezzo: nella sezione dedicata alla storia di qualsiasi libreria è facile trovare numerosi suoi titoli (tutti pubblicati da Laterza, credo). In questo agile libretto -il cui eloquente sottotitolo è "Alle origini dell'identità europea"- Le Goff restituisce in'immagine vivida di un Medioevo colorato e brulicante, assai diverso da quell'idea cupa plasmata su romanzi come "Il nome della rosa".

Consiglio questo libro a tutti quelli che si chiedono cosa sia l'Europa e quale sia il tessuto che la rende qualcosa di più di una semplice entità geografica.

  "Lo sviluppo del grande commercio e dell'economia monetaria pone all' Europa cristiana grossi problemi religiosi. Il maneggio del denaro e l'arricchimento, il prelievo da parte del mercante di un interesse -una forma di vendita del tempo, che secondo la Chiesa appartiene soltanto a Dio- Fanno del mercante un usuraio [...]. Un lungo lavoro di separazione delle operazioni lecite dalle illecite -compiuto soprattutto da domenicani e francescani- permise al mercante cristiano di sviluppare pratiche precapitalistiche e di acquisire il diritto di cittadinanza e prestigio. [...] quest'adattamento ideologico e psicologico della religione all'evoluzione economica, quest'apertura del sistema di valori cristiano al capitalismo nascente costituiscono una delle principali condizioni storiche dello sviluppo dell'Europa occidentale".


mercoledì 8 febbraio 2012

Vita - Vittorio Alfieri


Ai tempi del liceo mi appassionai alla tragedia Saul e al tema dello sdoppiamento della personalità nel quale credevo di intravvedere un legame diretto con il teatro di Pirandello. La fiamma di questa mia passione si affievolì ben presto e da allora la mia frequentazione con l'Alfieri si è limitata a occasionali e rispettosi cenni di saluto al busto del letterato astigiano che scruta Roma dalla terrazza del Pincio.

Per me è stato quindi doppio il piacere di leggere questa Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso: il piacere di ritrovare un autore che mi era stato caro e il piacere della scoperta di una prosa sorprendente. L'autore racconta con grande sincerità la sua vita con uno stile leggero e appassionante: il collegio, i viaggi, i cavalli (decine di cavalli!),  gli amori, perfino un duello; la vita di un giovane aristocratico insofferente e  annoiato, ignorante al massimo grado (secondo la sua stessa opinione), capace di esprimersi solo in un francese sgrammaticato e affatto ignorante della lingua italiana, fino alla scoperta della lettura prima e della scrittura poi che sprigionano in lui un desiderio di conoscenza irrefrenabile sostenuto da una volontà stupefacente. Impara in poco tempo e praticamente da autodidatta il latino e il greco, tanto da tradurre fra gli altri Orazio e Pindaro, ma soprattutto matura una padronanza dell'italiano e una grazia nel suo uso dei quali è prova questo libro. L'aspetto più sorprendente di questa lettura è infatti proprio la freschezza di questa prosa di fine '700, audace, comprensibilissima e piena di invenzioni.

Il motivo che mi ha spinto a leggere questo libro è stato un post scritto sul blog nonsoloproust nel quale veniva citata una categorica affermazione di Fruttero e Lucentini:
"Un italiano che non legge Alfieri è scemo"


martedì 7 febbraio 2012

La veglia - Morris Panych


La vegliaUna commedia nerissima, quasi un monologo.

Un uomo accorre al capezzale di una vecchia zia che non vedeva da trent'anni per aspettarne la morte e forse l'eredità. Una commedia dell'attesa, nella tradizione beckettiana, con dei momenti di cattiveria esilaranti.

Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di iscrivermi a medicina, che ne pensi? (Pausa) Potrei farti l'autopsia, se ti va. (Pausa) Per conoscti meglio. 
Buio 









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