venerdì 20 aprile 2012

Le storie di Arturo Bandini - John Fante


Einaudi pubblica in un unico volume i 4 romanzi di John Fante che raccontano le avventure di Arturo Bandini, alter ego dell'autore: Aspetta primavera, Bandini - La strada per Los Angeles - Chiedi alla polvere - Sogni di Bunker Hill.

Le storie si svolgono tra il Colorado e Los Angeles, non sono consequenziali, sono state scritte a molto tempo di distanza l'una dall'altra; la seconda è stata pubblicata postuma; i personaggi secondari, come i familiari di Arturo, non coincidono mai da un romanzo all'altro: in uno il  protagonista è orfano di padre, in uno ha una sorella, in un altro due fratelli maschi. Ma lui è sempre lo stesso, pazzo mangiatore di fiammiferi, assassino di granchi, irruento, impacciato e violento, tanto ossessionato dalle donne quanto maldestro nelle relazioni. Ci si appassiona a questo personaggio con slancio e si imparano a conoscere le sue reazioni spropositate, i suoi sogni di gloria, la sua inadeguatezza. E anche la spavalderia e la vergogna di sentirsi un immigrato italiano. In alcuni momenti è impossibile trattenere gli accessi di riso, in altri (molto più numerosi) si è travolti da un senso acuto di vergogna altrui. 
Fra i quattro il romanzo più celebre e più celebrato è il terzo, Chiedi alla polvere, tuttavia io preferisco l'ultimo, Sogni di Bunker Hill, disperato e poetico, scritto quando John Fante era ormai consumato dal diabete che lo avrebbe ucciso, eppure fresco e candido come se l'avesse scritto davvero il ventenne Arturo.
Andai alla macchina per scrivere e mi ci sedetti davanti. La mia idea era di scrivere una frase, un'unica frase perfetta. Se avessi potuto scrivere una bella frase avrei potuto scriverne due, e se avessi potuto scriverne due avrei potuto scriverne tre, e se avessi potuto scriverne tre avrei potuto scrivere per sempre. 


martedì 10 aprile 2012

Thérèse Raquin - Émile Zola

Questo è il primo libro che leggo in francese, ma credo di averlo capito abbastanza bene: parla d'amore! Ok, non proprio...

È un dramma che fin dalla prima pagina prepara la tragedia finale, avvincente e ipnotico come solo può esserlo il Male. Zola, non sta a me dirlo, è un vero genio della letteratura e questo libro, che procede sui binari del romanzo ottocentesco, riesce anche a sorprendere in alcuni punti il lettore di oggi. Come quando la descrizione dei quadri dipinti da Laurent (uno dei protagonisti) sembra annunciare le oscure trasfigurazioni di Francis Bacon.


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