mercoledì 24 ottobre 2012

Rainer Maria Rilke – Lettere ad un giovane poeta


Queste poche lettere del poeta austriaco al giovane poeta e ammiratore Kappus possono essere lette come un manuale per la vita. Una vita da poeta, si intende. Sembra di leggere delle pagine settecentesche per la grazia e la ricercatezza delle forme, mentre  hanno appena un centinaio d'anni.
Non è un vero carteggio: sono pubblicate solo le lettere di risposta di Rilke, mentre possiamo solo evincere le questioni poste da Kappus. Ma proprio questa mancanza di organicità costituisce il fascino di questo libretto fra le cui righe, spontanee e sentite, si possono leggere le idee di Rilke sulla poesia, sul'arte, sulla vita. Delle vere perle.

E non deve lasciarsi fuorviare nella sua solitudine perchè c’è in lei qualcosa che vorrebe uscirne. Proprio questo desiderio, se lei lo usa con calma e superiorità e come uno strumento, la aiuterà a dispiegare la sua solitudine su ampio paese. La gente, con l’ausilio delle convenzioni, ha risolto tutto secondo la facilità e la più facile delle facilità; ma è chiaro che noi dobbiamo attenerci al difficile; [...] Sappiamo poco, ma che dobbiamo attenerci al difficile è una certezza che non ci deve abbandonare; è bene essere soli, poichè la solitudine è difficile; che una cosa sia difficile deve essere per noi un motivo in più per farla.
Anche amare è bene: poichè l’amore è difficile.


lunedì 15 ottobre 2012

La violetta del Prater - Christopher Isherwood

Adelphi comincia ora a ripubblicare le opere di questo autore inglese, complice anche il successo del film "A single man" tratto dal suo omonimo romanzo.
In questo "La violetta del Prater" si racconta la storia del giovane Christopher, scrittore alle prime armi, che si ritrova a scrivere la sceneggiatura di un filmaccio musicale, insieme a Fridrich Bergmann, originale regista e sceneggiatore austriaco che ricorda un po' Billy Wilder.
È un libro che parla di cinema, certamente, ma parla anche, in trasparenza, dell'amicizia, del rapporto fra padre e figlio, della guerra, della paura.
È un autore che consiglio senz'altro di leggere.
Sa che cos’è un film? ... Un film è una macchina infernale

PS. questo libro era già stato pubblicato nel 1988 da Einaudi con minore successo. Adelphi ripropone la stessa traduzione, seguita da una nota di Giorgio Manganelli.


martedì 9 ottobre 2012

Tony & Susan - Austin Wright


Le cose che più mi sono piaciute di questo libro: l'edizione. Grande, pesante, una bella immagine di copertina, carta pregiata, la giusta distanza fra il testo e i margini, un bel carattere tipografico. Elegantissima, come sempre in Adelphi.

Nonostante i pareri anche autorevoli che lo considerano un capolavoro riscoperto della letteratura americana, questo libro mi ha lasciato piuttosto freddo. Sicuramente per colpa mia.

L'idea di base è quella del romanzo nel romanzo. Una donna -Susan- riceve per posta il manoscritto del suo ex-marito, un romanzo noir: la storia di Tony. In questo modo la lettura procede su due piani di realtà e con questo escamotage l'autore stempera i toni troppo foschi della storia poliziesca: ogni volta che nella storia succede qualcosa di scabroso, si riemerge sul piano di Susan, dibattuta fra la lettura e i suoi problemi di casalinga frustrata. A mio modo di vedere questa è anche una maniera che Wright usa per mettere le mani avanti e giustificarsi di eventuali scelte letterarie poco felici: lui è l'autore del manoscritto, ma è anche Susan, che critica il suo stile.
aveva i capelli corvini, gli occhi azzurro mare, la pelle bianca come la neve
Credo che si potessero trovare delle similitudini più originali, sinceramente... 


giovedì 4 ottobre 2012

La cripta dei cappuccini - Joseph Roth


Questa è la storia di un uomo che parte per la guerra pronto a morire e invece a morire sarà il mondo.

Francesco Ferdinando Trotta, membro viennese del'aristocrazia asburgica, è l'immagine del suo tempo; è, come l'autore del libro, monarchico ma anche socialista, e quando nel 1914 l'arciduca suo omonimo viene ucciso a Sarajevo, decide di partire per la guerra insieme ai suoi amici più umili, per sacrificare se stesso sull'altare del mondo che rappresenta. E invece la Storia non si presenterà all'appuntamento, perché, per usare le parole dell'autore (parole che vengono ripetute più volte nel corso del romanzo) sopra i calici dai quali noi bevevamo la morte invisibile incrociava già le sue mani ossute. Trotta non potrà dimostrare il proprio valore, né come soldato, né come prigioniero, perché il mondo è cambiato, l'impero austro-ungarico, il suo impero, non esiste più: l'unica testimonianza che ne rimane, le tombe degli imperatori nella cripta dei cappuccini.


martedì 2 ottobre 2012

Vino e Pane - Ignazio Silone


Romanzo dell'esilio: un esilio totale e impossibile che si riflette nella storia personale dell'autore.

Un racconto sentito, una narrazione semplice e salda. Valori morali da vangelo laico.
Non è un libro che trasporti il lettore. In effetti mentre lo leggevo mi sono accorto che l'avevo già letto non molto tempo fa anche se non mi aveva lasciato molto.
Più interessante è invece la riflessione sulla storia personale dell'autore, i suoi ripensamenti, l'allontanarsi dal marxismo, fino alla rinnegazione totale, durante gli anni del maccartismo.

Anche Annah Arendt ha riflettuto sulla sua parabola, a riprova del fatto che Silone ha suscitato molto più interesse all'estero che in Italia. E di nuovo il tema dell'esilio...


venerdì 28 settembre 2012

L'onore perduto di Katharina Blum - Heinrich Böll


Ricomincio a scrivere, dopo una lunga pausa estiva, spinto dall'entusiasmo che mi ha provocato questa lettura.

Un libretto agile e attualissimo, che parla di un certo tipo di stampa scandalistica e degli effetti aberranti che può generare. Insomma il tema di questo libro è quello che in Italia da un annetto a questa parte viene definito con un'espressione frusta (e che non ripeterò): il congegno del liquame, per capirci.

La storia si apre con un omicidio: una donna (non a caso una donna) che uccide il giornalista che l'ha pubblicamente umiliata.
La maestria di Böll sta nell'esporre i fatti con una freddezza distaccata e tagliente, quasi burocratica, che si oppone ai barocchismi della stampa scandalistica, e tutta la storia è attraversata da un'ironia feroce che arriva fino alla descrizione finale dell'omicidio come atto liberatorio.
Non è un'apologia della violenza, né una ricusa della libertà di stampa. Questo libro parla, come dice il sottotitolo di come la violenza può svilupparsi e dove può portare.
Il fatto poi che il giornale di cui si parla si chiami "Il Giornale" ci rende la lettura ancora più attuale...

I personaggi e l'azione di questo racconto sono completamente fittizi. Nel caso in cui nella rappresentazione di certe pratiche giornalistiche dovessero essere riscontrate somiglianze con le pratiche della Bild-Zeitung, queste somiglianze non sono né volute né casuali, bensì inevitabili


venerdì 6 luglio 2012

L'infinito viaggiare - Claudio Magris


Avevo letto un altro di libro di Magris e non mi aveva particolarmente colpito. Ora credo che avessi sbagliato i tempi.
Leggendo quest' Infinito viaggiare -raccolta di appunti in cammino- mi sono reso conto che la scrittura di Magris chiede al lettore tempo.

Normalmente, con altri libri, più si legge e più la storia avanza. In questo caso avviene esattamente il contrario: meno si legge e più il lettore è libero di spaziare, di continuare da solo il viaggio suggerito. 

È un mese che leggo -senza stancarmi- questo libro, poche pagine al giorno, e continuo a sottolineare, ad annotare a margine, a ricopiare, ad ricercare quello che in queste pagine viene indicato con semplicità, senza imposizioni, per evitare "il torto del professore, che vuole sempre insegnare e spiegare qualcosa, anziché semplicemente mostrarla, come fa la poesia". 


giovedì 5 luglio 2012

Lo scrittore fantasma - Philip Roth


Philip Roth, il terzo scrittore a cui la Library of America concede l'onore di pubblicare tutta la sua opera mentre è ancora in vita.
Philip Roth sempre in testa nelle liste degli scommettitori sul Nobel. Ogni anno sembra quello giusto e poi ragioni politiche o di opportunità non lo è mai.
Philip Roth quest'anno può consolarsi con il premio Principe de Asturias (la notizia è di pochi giorni fa) concesso dalla casa reale spagnola. Non male.
Philip Roth e i suoi affreschi crudi e realisti, fitti di personaggi, spesso ebrei, che sfiadano il luogo comune con le loro meschine esistenze.

Eccetera.

Questo è uno dei suoi romanzi più significativi perché introduce il personaggio di Nathan Zuckerman, giovane scrittore, alter ego dell'autore; ma leggendolo ora ci si accorge che con il tempo anche il vecchio scrittore raccontato nel libro, Emanuel Isidore Lonoff, è diventato a poco a poco l'alter ego dell'autore.
Ho letto molti libri di Philip Roth e ho spesso l'inpressione di trovarmi davanti a un impostore.


venerdì 22 giugno 2012

I promessi sposi - Alessandro Manzoni


Ho letto per la quarta volta il Grande Romanzo. Mia madre nutre per quest'opera una vera ossessione, per questo a casa nostra a Roma ne conserviamo una decina di edizioni e altrettanti testi critici. 
Forse non si può più parlare di questo libro, in ogni caso vorrei scrivere due osservazioni.


La prima è questa: nel film "Il portaborse" di Daniele Lucchetti, Silvio Orlando interpreta un professore di letteratura di un liceo e liquida Manzoni dicendo: 
"mentre lui per cinquant'anni scrive e riscrive I promessi sposi, Balzac infila uno dopo l'altro dieci capolavori, Melville scrive l'immenso Moby Dick e Dostoevskij... Be', Dostoevskij scrive: L'idiota, Delitto e castigo e I fratelli Karamazov"



Non sono d'accordo: ci sono alcuni artisti che si riconoscono nella grandezza di una sola opera, come Manzoni, Cervantes, Dante e altri la cui grandezza risiede nell'insieme della produzione, come Shakespeare. Da questa caratteristica non può dipendere un giudizio di merito.
I promessi sposi è prima d'ogni cosa un romanzo d'avventura, pieno di colpi di scena che non lasciano un attimo di tregua fino alla fine. La storia inizia con due sgherri che minacciano di morte un prete. E il prete non è affatto un personaggio positivo. Piuttosto forte, no? L'incipit del romanzo, così celebre, non è affatto banale: un altro avrebbe detto "C'è un ramo sul lago di Como,..."; ma iniziare con "Quel ramo" come se lo conoscessimo, è come se la narrazione venisse da prima e noi ci buttassimo nel flusso come ci  si butta in un fiume o come si sale su un treno in corsa. Un altro mito che forse è il caso di sfatare è che questo sia un libro bigotto: preti codardi, monache maliziose, baciapile di ogni genere, vengono bastonati senza riguardi. I personaggi sono irrequieti e straordinariamente dignitosi. L'ironia di Manzoni pervade ogni pagina e poi il finale è una specie di crescendo verdiano, una galoppata. E soprattutto c'è il tema della lingua: questo romanzo è scritto in un italiano così consapevole e attento che è di una bellezza commovente. Probabilmente sono pochi gli italiani che lo vorrebbero rileggere dopo averlo studiato a scuola, ma se fossi uno straniero correrei a comprarlo (possibilmente un'edizione con poche note, se esiste).



La seconda osservazione è piuttosto l'espressione di un dubbio: questo libro è logoro, è stato straziato dai commentaristi e dalle edizioni scolastiche; frasi come "la vera protagonista è la Divina Provvidenza"  sono diventate insopportabili; tutti lo abbiamo pasticciato a scuola e sappiamo cosa aspettarci dalla storia, dai personaggi, dall'autore. La lettura ne risulta irrimediabilmente compromessa, siamo di fronte a un libro inerte. La mia domanda è questa: non si potrebbe sostituire nei programmi scolastici questo libro con un altro? Il gattopardo, Le memorie di un italiano, a rotazione; in questo modo da qui a dieci anni si potrebbe recuperare il piacere di leggere I Promessi sposi senza un'opinione pregressa e lo si riporterebbe in vita. Oppure il destino del romanzo fondativo è proprio quello di venire sacrificato sull'altare della cultura comune di un popolo: nessuno può più godere della sua bellezza, ma tutti si possono riconoscere in questa conoscenza comune.
Io non sono in grado di rispondere a questa domanda. Ai posteri / l'ardua sentenza.


lunedì 11 giugno 2012

Giorgione l'inafferabile - André Chastel


Giorgione l'insaississable (in Italia per Abscondita) raccoglie tre saggi del celebre storico dell'arte André Chastel su una delle figure piú misteriose e affascinanti della pittura. Di Giorgione si sa che era bello, che suonasse il liuto, che dipinse per non piú di dieci anni, che formava parte di un circolo di intellettuali sopraffini. Poco altro. In questo libretto, più che della sua pittura, si vuole parlare dell'origine del suo mito.


venerdì 8 giugno 2012

Omaggio alla Catalogna - George Orwell

Nonostante io viva in Catalogna già da diversi anni, ho scoperto questo libro guardando un vecchio programma della Rai con Fruttero e Lucentini. Paradossalmente questo libro non è molto conosciuto nella regione a cui  è dedicato.

George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, inglese di origine indiane, all'età di 33 anni, con 5 libri già pubblicati alle spalle e qualche articolo piazzato su Le monde, decide di recarsi in Spagna per partecipare alla guerra civile, scrivere qualche articolo da vendere ai giornali inglesi e combattere il fascismo. Questa, in breve, la storia. Ma il valore reale di questo diario di guerra è la mancanza di retorica nel descrivere le vicende. Le condizioni precarie dei miliziani, la mancanza di qualsiasi addestramento militare, gli armamenti scarsi e anacronistici, vengono raccontati con un'attenzione che diventa spesso comica. Oltre a ciò illustra da un punto di vista privilegiato la guerra interna (gurra vera) fra le diverse fazioni antifasciste: una selva di sigle, organizzazioni, gruppi, in cui è impossibile orientarsi e a cui l'autore dedica un'appendice alla fine del libro.
La lucidità delle riflessioni di Orwell è sorprendente soprattutto se si considera che il libro venne pubblicato nel 1938, prima della fine della guerra civile spagnola, prima della Seconda Guerra Mondiale, prima della rivoluzione cubana, prima della guerra fredda,...

Un governo che manda al fronte dei quindicenni, con fucili vecchi di quarant'anni, e tiene in retrovia gli uomini piú robusti e le armi piú nuove, ha evidentemente piú paura della rivoluzione che dei fascisti. Ecco il perché della fiacca politica bellica degli ultimi sei mesi e del compromesso con cui quasi certamente la guerra avrà fine.

È di questi giorni la notizia dell'ascesa politica del partito neonazista greco. Io ho l'età di Orwell quando partì per la Spagna: se tentassero un colpo di stato sarei disposto ad andare a giocarmi la vita per difendere un ideale?


lunedì 14 maggio 2012

Severina - Rodrigo Rey Rosa

Cosa fa di una buona storia un buon libro? Difficile dirlo con certezza. Certamente il gusto nell'uso della lingua, l'attenzione al ritmo; anche un dominio dell'armonia e dello spazio, quella stessa capacità che hanno i compositori nell'unire i suoni, o i pittori nel riempire le tele. Rey Rosa possiede il dono della scrittura e questo libro (in Italia per Feltrinelli) ne è l'ennesima dimostrazione: 100 pagine, praticamente un racconto lungo, ma così vivo e sensuale!

Una storia d'amore e di lettura. Un personaggio di cui è impossibile non innamorarsi: Severina - che nome evocativo!- che ruba libri per poi leggerli.


martedì 8 maggio 2012

Le grand secret - René Barjavel


Questo libro me l'ha appioppato la mia insegnante di francese. Non ho avuto cuore di dirle che sono piuttosto esigente in fatto di libri e quindi, con riluttanza e lentezza, ho cominciato a leggerlo, tanto per esercitare il mio francese stentato...
Bé, pensavo peggio!


È una storia di fantascienza che si svolge tra gli anni '50 e '70 del Novecento ed arriva a coinvolgere i grandi capi di stato dell'epoca, da Kennedy a De Gaulle, da Mao a  Khrushchev.
Ogni tanto dei momenti un po' sciatti lo fanno sembrare la sceneggiatura di una fiction della Rai; per il resto è una lettura scorrevole e l'idea di base è molto ingegnosa. Tutto ruota attorno alla scoperta di un misterioso farmaco i cui effetti non svelerò: è il gran segreto. Chi volesse scoprirlo dovrà cercare l'edizione francese perché in Italia non viene pubblicato.


venerdì 20 aprile 2012

Le storie di Arturo Bandini - John Fante


Einaudi pubblica in un unico volume i 4 romanzi di John Fante che raccontano le avventure di Arturo Bandini, alter ego dell'autore: Aspetta primavera, Bandini - La strada per Los Angeles - Chiedi alla polvere - Sogni di Bunker Hill.

Le storie si svolgono tra il Colorado e Los Angeles, non sono consequenziali, sono state scritte a molto tempo di distanza l'una dall'altra; la seconda è stata pubblicata postuma; i personaggi secondari, come i familiari di Arturo, non coincidono mai da un romanzo all'altro: in uno il  protagonista è orfano di padre, in uno ha una sorella, in un altro due fratelli maschi. Ma lui è sempre lo stesso, pazzo mangiatore di fiammiferi, assassino di granchi, irruento, impacciato e violento, tanto ossessionato dalle donne quanto maldestro nelle relazioni. Ci si appassiona a questo personaggio con slancio e si imparano a conoscere le sue reazioni spropositate, i suoi sogni di gloria, la sua inadeguatezza. E anche la spavalderia e la vergogna di sentirsi un immigrato italiano. In alcuni momenti è impossibile trattenere gli accessi di riso, in altri (molto più numerosi) si è travolti da un senso acuto di vergogna altrui. 
Fra i quattro il romanzo più celebre e più celebrato è il terzo, Chiedi alla polvere, tuttavia io preferisco l'ultimo, Sogni di Bunker Hill, disperato e poetico, scritto quando John Fante era ormai consumato dal diabete che lo avrebbe ucciso, eppure fresco e candido come se l'avesse scritto davvero il ventenne Arturo.
Andai alla macchina per scrivere e mi ci sedetti davanti. La mia idea era di scrivere una frase, un'unica frase perfetta. Se avessi potuto scrivere una bella frase avrei potuto scriverne due, e se avessi potuto scriverne due avrei potuto scriverne tre, e se avessi potuto scriverne tre avrei potuto scrivere per sempre. 


martedì 10 aprile 2012

Thérèse Raquin - Émile Zola

Questo è il primo libro che leggo in francese, ma credo di averlo capito abbastanza bene: parla d'amore! Ok, non proprio...

È un dramma che fin dalla prima pagina prepara la tragedia finale, avvincente e ipnotico come solo può esserlo il Male. Zola, non sta a me dirlo, è un vero genio della letteratura e questo libro, che procede sui binari del romanzo ottocentesco, riesce anche a sorprendere in alcuni punti il lettore di oggi. Come quando la descrizione dei quadri dipinti da Laurent (uno dei protagonisti) sembra annunciare le oscure trasfigurazioni di Francis Bacon.


venerdì 30 marzo 2012

Amsterdam - Ian McEwan

Un romanzetto feroce e grottesco che nasconde, dietro una storia di gelosie e vendette, una riflessione su alcuni temi etici fondamentali come la deontologia o l'eutanasia. Forse un po' troppo per 170 pagine.

McEwan possiede una padronanza chiara della tecnica narrativa e alcune pagine sono davvero eccellenti, soprattutto quando parla della musica (uno dei protagonisti è un compositore di successo):
questo piacere al tempo stesso così sensuale e astratto, il trasferirsi nell'aria vibrante di questo non-linguaggio il cui significato restava per sempre irraggiungibile, sospeso come un supplizio di Tantalo là dove si fondono emozione e intelletto.

Tuttavia questo libro non riesce ad esprimere a pieno quella atmosfera carica e vischiosa resa così magistralmente in Cortesie per gli ospiti.


venerdì 23 marzo 2012

Giuliano - Gore Vidal

"In quale epoca andresti se avessi una macchina del tempo?" Purtroppo nessuno mi ha mai posto questa domanda, ma la mia risposta sarebbe il IV secolo dopo Cristo, un'epoca oscura, di passaggio, percorsa da tensioni così forti da provocare un tracollo nella storia dell'uomo mai documentato fino ad allora. La fine dell'Età Classica e il principio del Medioevo, un evento paragonabile all'inizio di una glaciazione o alla scomparsa dei dinosauri.

Questa è la biografia romanzata di Giuliano detto -ingiustamente- l'apostata, imperatore romano che non vide mai Roma e che tentò, contro ogni possibilità di riuscita, di ripristinare il culto degli antichi dei in un'epoca ormai avviata verso un cristianesimo totalitario.
Scritto dall'intellettuale americano Gore Vidal, questo libro ha avuto meno successo del suo omologo su Adriano scritto da Yourcenar, col quale condivide la meticolosità nella ricerca storica e l'attenzione maniacale alle fonti. Bisogna anche dire che il libro di Vidal risulta in alcuni punti un po' noioso, forse perché si rivolge principalmente a una platea americana che ignora molti aspetti della storia che per noi europei sono più che noti.





mercoledì 14 marzo 2012

Harold e Maude - Colin Higgins


La casa editrice Omero pubblica la sceneggiatura in forma di romanzo del film omonimo. 

Più che consigliarne la lettura, consiglio, a chi non l'abbia già fatto, di guardre il film. Realmente imperdibile!


martedì 28 febbraio 2012

Il deserto dei bambini - Bruno Montané e Roberto Bolaño


Il deserto dei bambini*


Il nostro primo sogno è una ragazza
-sempre una ragazza-
che cammina per le strade di cristallo
della clinica dove è nata.
Dossier di bambini tremanti
per tanto viaggiare. Dossier di lune alla finestra.
di coppie fugaci, utopiche,
baciandosi le mani. 
Il nostro primo sogno è una ragazza, eccetera,
che cammina per nature morte mormorando per sé
-la pazzia ci allontanerà dalla sinistra moderata,
la speranza elettrizza i più disperati:
idee retrattili, soavi come la collezine di foto
che un adolescente conserva
per le improbabili notti di via libera,
ma che lo aiutano.
Il nostro primo sogno è un oroscopo divertente, pessimista,
una ragazza che legge il giornale
un pomeriggio estivo,
le nubi che passano sopra al mare
(ti credo, ti credo, piove infinitamente),
e un altro che pensa: "la durezza del mio sguardo"
mentre se lo sgrulla
dopo avere pisciato sul muro.


*Pubblicato in "La zorra vuelve al gallinero. Revista de Arte y Poesía", Numero 2 México, primavera del 2000.
Traduzione Stefano Cristi





lunedì 27 febbraio 2012

I fiori blu - Raymond Queneau


Divertentissimo, surreale, onirico. Due uomini, diversissimi tra loro e separati dai secoli, sognano l'uno di essere l'altro. Chi dei due è reale? Nessuno? Entrambi?


Un romanzo pieno di enigmi, citazioni, giochi di parole. Andrebbe letto in francese per apprezzarne tutte le sfumature, tuttavia in italiano possiamo godere di questa versione di Italo Calvino, che più che una traduzione è una vera riscrittura.


      Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d'Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la sua situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano qua e là. Sulle rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un Gallo, forse Edueno, immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente. Si disegnavano all'orizzonte le sagome sfatte di qualche diritto Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I normanni bevevan calvadòs.
Il Duca d'Auge sospirò pur senza interrompere l'attento esame di quei fenomeni consunti.
Gli Unni cucinavano bistecche alla tartara, i Gaulois fumavano gitanes, i Romani disegnavano greche, i Franchi suonavano lire, i Saracineschi chiudevano persiane. I normanni bevevan calvadòs.


venerdì 17 febbraio 2012

Il Medioevo - Jacques Le Goff

Questo è uno dei libri che più mi ha emozionato in questo inizio di 2012.
Jacques Le Goff è uno dei più noti specialisti sull' Età di mezzo: nella sezione dedicata alla storia di qualsiasi libreria è facile trovare numerosi suoi titoli (tutti pubblicati da Laterza, credo). In questo agile libretto -il cui eloquente sottotitolo è "Alle origini dell'identità europea"- Le Goff restituisce in'immagine vivida di un Medioevo colorato e brulicante, assai diverso da quell'idea cupa plasmata su romanzi come "Il nome della rosa".

Consiglio questo libro a tutti quelli che si chiedono cosa sia l'Europa e quale sia il tessuto che la rende qualcosa di più di una semplice entità geografica.

  "Lo sviluppo del grande commercio e dell'economia monetaria pone all' Europa cristiana grossi problemi religiosi. Il maneggio del denaro e l'arricchimento, il prelievo da parte del mercante di un interesse -una forma di vendita del tempo, che secondo la Chiesa appartiene soltanto a Dio- Fanno del mercante un usuraio [...]. Un lungo lavoro di separazione delle operazioni lecite dalle illecite -compiuto soprattutto da domenicani e francescani- permise al mercante cristiano di sviluppare pratiche precapitalistiche e di acquisire il diritto di cittadinanza e prestigio. [...] quest'adattamento ideologico e psicologico della religione all'evoluzione economica, quest'apertura del sistema di valori cristiano al capitalismo nascente costituiscono una delle principali condizioni storiche dello sviluppo dell'Europa occidentale".


mercoledì 8 febbraio 2012

Vita - Vittorio Alfieri


Ai tempi del liceo mi appassionai alla tragedia Saul e al tema dello sdoppiamento della personalità nel quale credevo di intravvedere un legame diretto con il teatro di Pirandello. La fiamma di questa mia passione si affievolì ben presto e da allora la mia frequentazione con l'Alfieri si è limitata a occasionali e rispettosi cenni di saluto al busto del letterato astigiano che scruta Roma dalla terrazza del Pincio.

Per me è stato quindi doppio il piacere di leggere questa Vita di Vittorio Alfieri da Asti scritta da esso: il piacere di ritrovare un autore che mi era stato caro e il piacere della scoperta di una prosa sorprendente. L'autore racconta con grande sincerità la sua vita con uno stile leggero e appassionante: il collegio, i viaggi, i cavalli (decine di cavalli!),  gli amori, perfino un duello; la vita di un giovane aristocratico insofferente e  annoiato, ignorante al massimo grado (secondo la sua stessa opinione), capace di esprimersi solo in un francese sgrammaticato e affatto ignorante della lingua italiana, fino alla scoperta della lettura prima e della scrittura poi che sprigionano in lui un desiderio di conoscenza irrefrenabile sostenuto da una volontà stupefacente. Impara in poco tempo e praticamente da autodidatta il latino e il greco, tanto da tradurre fra gli altri Orazio e Pindaro, ma soprattutto matura una padronanza dell'italiano e una grazia nel suo uso dei quali è prova questo libro. L'aspetto più sorprendente di questa lettura è infatti proprio la freschezza di questa prosa di fine '700, audace, comprensibilissima e piena di invenzioni.

Il motivo che mi ha spinto a leggere questo libro è stato un post scritto sul blog nonsoloproust nel quale veniva citata una categorica affermazione di Fruttero e Lucentini:
"Un italiano che non legge Alfieri è scemo"


martedì 7 febbraio 2012

La veglia - Morris Panych


La vegliaUna commedia nerissima, quasi un monologo.

Un uomo accorre al capezzale di una vecchia zia che non vedeva da trent'anni per aspettarne la morte e forse l'eredità. Una commedia dell'attesa, nella tradizione beckettiana, con dei momenti di cattiveria esilaranti.

Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di iscrivermi a medicina, che ne pensi? (Pausa) Potrei farti l'autopsia, se ti va. (Pausa) Per conoscti meglio. 
Buio 









venerdì 20 gennaio 2012

L'angelo dell'abisso / Abaddón el exterminador - Ernesto Sabato

Terzo e ultimo romanzo di Sabato, chiude l'ideale trilogia iniziata con "Il tunnel" e proseguita con "Sopra eroi e tombe". Se già Eroi e tombe era piuttosto complicato Abaddón è un libro difficilissimo, non tanto per la tecnica di scrittura -in realtà piuttosto tradizionale- quanto per la forma: è una specie di "romanzo mostro", secondo le parole dell'autore, confuso e smisurato. Sabato stesso è uno dei personaggi principali, descritto mentre sta ultimando proprio il romanzo che stiamo leggendo. Ci sono personaggi già comparsi in Eroi e tombe e personaggi nuovi. Ma c'è spazio anche per apparizioni (divine e diaboliche), la descrizione degli ultimi giorni del Che Guevara, le torture nel regime militare argentino, riflessioni sulla letteratura,... 

Per leggere questo libro è consigliabile aver letto i due precedenti, soprattutto per avere un'idea di quello che ci aspetta; e poi avere una certa dimestichezza con gli scrittori visionari -Poe, Kafka, Rinbaud,...- perché questo è un viaggio nel torbido, una esplorazione del Male e l'autore non strizza mai l'occhio, anzi, il più delle volte sembra in conflitto con il lettore. Durante il corso di questa faticosa lettura si ha l'impressione di trovarsi davanti a un bluff, a un maledettismo di facciata, a un nichilismo aristocratico e bisogna dire che i detrattori di Sabato sono numerosi ed illustri: che ognuno giudichi secondo il proprio metro. Questo è un libro destinato a essere letto poco, ma contiene alcune pagine sconvolgenti.

La collana SUR delle edizioni Minimum fax pubblicherà quest'anno la traduzione italiana, con il titolo appunto "L'angelo dell'abisso".


mercoledì 18 gennaio 2012

La vita davanti a sé - Romain Gary

Romanzo irresistibile e ruffiano, narra la storia di un ragazzino arabo allevato da una matrona ebrea in una specie di ricovero per "figli di puttana", nel senso letterale della definizione. Le vicende sono raccontate in prima persona dal protagonista con un linguaggio che mescola infantilismi e gergo da scaricatore di porto.

Più interessante ancora del libro è la vita dell'autore, re dell'inganno, descritta con lusso di dettagli sulle quarte di copertina di tutte le edizioni e che ha generato un vero mito.


lunedì 16 gennaio 2012

È quel che è - Erich Fried

L'unica via di scampo

Nella pietra infranta
c'è un uovo

Dall'uovo
vola via un uccello

Dal suo becco
una pietra

Chi la sa rompere
ci trova dentro

niente.



Leggere poesie

Chi
da una poesia
si aspetta la salvezza
dovrebbe piuttosto
imparare
a leggere poesie

Chi
da una poesia
non aspetta alcuna salvezza
dovrebbe piuttosto
imparare
a leggere poesie


PS. devo ringraziare il mio amico -che ormai è quasi viennese- per avermi fatto scoprire questo poeta essenziale.




lunedì 9 gennaio 2012

Consejos de un discípulo de Morrison a un fanático de Joyce - Roberto Bolaño, Antoni García Porta


Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce (in Italia per Sellerio) è il primo romanzo pubblicato da Bolaño, scritto a quattro mani con lo scrittore catalano Antoni Porta. È impossibile individuare le parti scritte dall'uno o dall'altro autore o anche solo capire in che modo funzionava questa collaborazione (nell'edizione spagnola, la prefazione di Antoni Porta aiuta solo a confondere le idee), però gli ammiratori di Bolaño possono trovare in questo libro l'impronta inequivocabile del cileno.

La storia sembra quella di Natural born killer, una coppia di giovani amanti che percorre le vie di Barcellona perpetrando delitti per il piacere della rivolta; quello stesso piacere portò qualche anno prima alcuni giovani poeti alla fondazione del movimento infrarealista in Messico.
Per essere un romanzo d'esordio non è affatto male ed è completato dal racconto Diario di bar, secco e appuntito.

Lo strano titolo di questo libro è un omaggio a una poesia di Mario Santiago Papasquiaro (che compare come personaggio nel romanzo) intitolata Consejos de un discipulo de Marx a un fanático de Heidegger della quale traduco un estratto qui di seguito:

Poesia: ancora siamo vivi
& tu accendi coi tuoi cerini
il mio tabacco da poco
e mi guardi come un semplice capello spettinato
tremante di freddo
nel pettine della notte


Poesía: aún estamos con vida
& tú me prendes con tus fósforos
mi cigarro barato
& me miras como a un simple cabello despeinado
temblando de frío
en el peine de la noche



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