giovedì 5 luglio 2012

Lo scrittore fantasma - Philip Roth


Philip Roth, il terzo scrittore a cui la Library of America concede l'onore di pubblicare tutta la sua opera mentre è ancora in vita.
Philip Roth sempre in testa nelle liste degli scommettitori sul Nobel. Ogni anno sembra quello giusto e poi ragioni politiche o di opportunità non lo è mai.
Philip Roth quest'anno può consolarsi con il premio Principe de Asturias (la notizia è di pochi giorni fa) concesso dalla casa reale spagnola. Non male.
Philip Roth e i suoi affreschi crudi e realisti, fitti di personaggi, spesso ebrei, che sfiadano il luogo comune con le loro meschine esistenze.

Eccetera.

Questo è uno dei suoi romanzi più significativi perché introduce il personaggio di Nathan Zuckerman, giovane scrittore, alter ego dell'autore; ma leggendolo ora ci si accorge che con il tempo anche il vecchio scrittore raccontato nel libro, Emanuel Isidore Lonoff, è diventato a poco a poco l'alter ego dell'autore.
Ho letto molti libri di Philip Roth e ho spesso l'inpressione di trovarmi davanti a un impostore.


5 commenti:

Palimp ha detto...

A mí, por el contrario, de los pocos que he leído, me he llevado la impresión de estar ante alguien con mucho talento y, sobre todo, humor.

Stefano Cristi ha detto...

el talento de P.Roth es induscutible, pero muchas veces me da la impresión de un señor que sigue mirando a su ombligo...
Ya se que esto es un comentario impopular, pero non puedo evitarlo... Igual tengo que esforzarme más.

Palimp ha detto...

No, yo tampoco he leído tanto como para erigirme en su defensor. Un libro genial (El lamento de Portnoy), un libro divertido (Nuestra pandilla), un libro intrascendente (Elegy).

Stefano Cristi ha detto...

...un libro chocante "El teatro de Sabbath", uno de los libros más impactantes que he leido (te lo aconsejo). Sin embargo cierto nihilismo de esta generación de escritores norteamericanos me deja un poco frío. Lo mismo me pasa, por ejemplo, con algunos libros de Don DeLillo. Tu qué opinas?

Palimp ha detto...

Me lo apunto. DeLillo es una de mis asignaturas pendientes.

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