Senza dubbio una delle opere migliori che abbia mai letto.
L'incontro fra due uomini straordinari, i fisici premi Nobel Bohr e Heisemberg, l'uno maestro dell'altro, legati da un rapporto strettissimo prima e separati dalla guerra poi. Entrambi lavorano al progetto della bomba atomica, il primo per gli alleati mentre il secondo per la Germania nazista. Il paradosso sta nel fatto che saranno alla fine i "buoni" a costruire la bomba e ad utilizzarla.
Un'opera che parla dell'umanità, del Bene e del Male, attraverso le parole di tre personaggi (il terzo è la moglie di Bohr).
Dimenticavo di dire che si tratta di una pièce teatrale, ma si può leggere come un romanzo.
L'autore, il drammaturgo inglese Michael Frayn, è internazionalmente famoso per aver scritto quel incredibile marchingegno chiamato Rumori fuori scena.
Copenhagen, pubblicata nel 1998, si inserisce nel solco tracciato da Brecht con Vita di Galileo, a cui viene spesso, e non a sproposito, paragonata.
In Italia è stato messo in scena da Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice con la direzione di Mauro Avogadro.
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