martedì 27 settembre 2011

Il mondo nuovo - Aldous Huxley


Perché nessuno mi aveva detto di leggere Il mondo nuovo? Mi suonavano il nome dello scrittore e anche quello del romanzo, ma non tanto quanto quelli di Orwell, o di Farenheit 451. Eppure questo romanzo è del 1932 e parla di una società assolutistica basata sul conformismo e sul consumo. Un po' come quella di 1984, ma con una fondamentale differenza: qui non ci sono "cattivi", non c'è il grande fratello. Il fine ultimo della società è il piacere e per raggiungerlo si eliminano l'individualismo e i vincoli di dipendenza diretta, primo fra tutti quello materno. Gli eseri umani vengono riprodotti industrialmente e divisi in caste rigide e condizionati fin dalla nascita (anche da prima, in realtà!) grazie a stimoli fisici e psicologici. Il tutto è descritto con un cinismo senza pari e con grande attenzione ai dettagli tecnici  - Huxley, oltra che scrittore, era biologo. Perfino il protagonista della storia, quello che inevitabilmente si troverà a mettere in dubbio i pilastri del Nuovo mondo, non è un eroe o un malvagio rinsavito come Montag di Farenheit: è un meschino e un vigliacco, uno che aspira a conformarsi e ad avere  piú donne possibile.
Vero colpo di genio sono i nomi dei personaggi, presi liberamente fra grandi capitalisti e grandi socilaisti: Bernardo Marx, Benito Hoover, Lenina Crowne,...


2 commenti:

Anonimo ha detto...

è un meschino e un vigliacco, uno che aspira a conformarsi e ad avere piú donne possibile. "sticazzi". mat.

Stefano Cristi ha detto...

Ciao Mat,

il mio non voleva essere un giudizio morale, è solo quello che emerge dalle parole dell'autore...

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