venerdì 30 settembre 2011

Una questione privata - Beppe Fenoglio


Ringrazio i miei professori di scuola per non avermi mai fatto leggere questo libro e di avermelo così preservato dall'acido dell'obbligo. E tuttavia rimpiango di averlo letto solo ora. Questo libro è perfetto per accendere la passione in un giovane lettore. C'è tutto: ragazzini di sedici anni indipendenti che fanno la guerra e sparano con armi vere e ammazzano. E nessuno mette in dubbio la maturità dei loro sentimenti. C'è l'amore per la letteratura e per la musica. I dischi americani. Un trio amoroso nella piú classica delle tradizioni letterarie.  E poi ci sono le Langhe che sembrano il West, ma più belle ancora, più inospitali e fredde e con la nebbia (che nel west non sanno neanche cosa sia). E poi c'è la Resistenza, il dolore ma anche la certezza rara di distinguere il bene dal male. 
Tutto questo scritto con una lingua strana, indefinibile, tutt'altro che locale (non c'è dialetto) eppure quotidiana, una specie argot internazionale che, insieme agli pseudonimi (Milton, Jack, Hombre,...), rende la storia immortale.

Leggendo Hemingway non posso fare a meno in alcuni punti di sentire una profonda lontananza, di intravedere  dietro le parole il turista americano. In Fenoglio non c'è lontanaza.



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