venerdì 3 giugno 2011

Caballeriza - Rodrigo Rey Rosa

Quando in Europa si parla di letteratura latinoamericana si pensa immediatamente al realismo magico e a uno stile fiorito, quasi barocco. In realtà esistono nel continente americano una diversità e una ricchezza capaci di produrre alcuni degli scrittori più interessanti degli ultimi anni. Uno di questi è Rey Rosa, guatemalteco, della generazione del '58. 

Caballeriza ("Cavallerizza" in italiano. Purtroppo in Italia sono stati pubblicati solo tre libri di questo autore e quello in questione non è fra quelli) si apre con un espediente narrativo interessante: l'autore in prima persona racconta di come uno sconosciuto gli suggerisca l'argomento di un libro. Mentre spiega i dettagli e le circostanze dell'incontro, mi accorgo che siamo già nel vivo della storia! Due ore più tardi ho già finito il libro, passando per intrighi di malavita, omicidi passionali (e non), fughe, reclusioni, il tutto narrato con uno stile asciutto ed essenziale  tanto da farlo sembrare - se non fosse per l'uso di espressioni estremamente latinoamericane - la traduzione di un libro nordamericano.

Ho comprato l'edizione spagnola dell'editrice Seix Barral (2006) elegantissima come sempre. Mentre cerco la foto da inserire al principio di questo post scopro però che nell'edizione guatemalteca (Ediciones del pensativo, Guatemala, 2006) è riprodotto in copertina un quadro, fantastico e calzante, forse di Miquel Barceló. Sarebbe stato bello usarlo anche per questa edizione.



5 commenti:

luchín ha detto...

Ciao Stefano. Vedo che sei un lettore lucido e acuto. Difficile trovare qualcuno che legga a Rey Rosa, che abbia il coraggio di leggere a Rey Rosa. Sono cileno e tra poco dovrei tornare al mio paese (dopo tre anni di residenza in Italia) e vorrei qualche consiglio di qualche scrittore italiano contemporaneo, all'altezza di Rey Rosa, o Bolaño, o Vila-Matas (essempi in lingua spagnola). Ho già letto a Barico e Tabucchi, ma non mi convincono al 100%. Ti ringrazzio e resto in attesa, ciao!

Stefano Cristi ha detto...

Hola Luchín,

Innanzi tutto grazie per i complimenti e grazie per aver dedicato un po' del tuo tempo a leggere quello che ho scritto!
Mi piacerebbe sapere come si vive in Italia da cileno e perché te ne vai, ma del resto io credo che neppure da italiano si viva bene in Italia e io l'ho lasciata già da alcuni anni.
Mi dici che hai letto Baricco, ma è come se volessi giudicare la letteratura cilena leggendo Isabel ALlende...
Ho pensato a quali sono gli autori italiani che leggo e mi sono accorto che non leggo molta narrativa italiana, ma quasi solo saggi, libri di storia o di storia dell'arte. Quindi per il momento ti consiglio di leggere Beppe Fenoglio che è uno scrittore straordinario. Nel frattempo penserò a qualche altro scrittore che valga veramente la pena!
A presto,

S

luchín ha detto...

Grazie per la risposta Stefano. Cercherò poi di raccontarti un po' sulla mia esperienza in Italia. Su Beppe Fenoglio non avevo sentito, quindi cercherò qualche libro suo in biblioteca o in libreria, grazie! Volevo chiederti, come mai sei arrivato alla letteratura in lingua spagnola? E sopratutto a questo tipo di letteratura, la letteratura "tartufo", ben nascosta. Dai ti saluto e ci risentiamo. Chao!

luchín ha detto...

MI ero dimenticato. Ho letto in un giornale su questi scrittori italiani: Silvia Avallone, Giorgio Vasta, Niccoló Ammaniti, Michela Murgia ed Edoardo Nesi. Li conosci?

Stefano Cristi ha detto...

Ciao Luchín,

rispondo alle tue ultime domande: leggo molta letteratura spagnola perché vivo in Spagna e mi è facile reperirla. Leggo quella che tu chiami "Letteratura tartufo" (mi piace molto questa definizione!) perché interessandomi agli scrittori che amo, risalgo fino alle fonti o ridiscendo fino agli ultimi frutti. Insomma, un po' per caso, un po' per una smania incontenibile di lettore compulsivo.

Ti rinnovo l'invito a leggere Fenoglio: non ti deluderà. E poi anche Buzzati ("Il deserto dei Tartari" è un libro clamoroso), Manganelli e Achille Campanile se ti appassiona l'assurdo.

Quelli che citi sono sono autori italiani giovani e piuttosto bravi. Fra questi il più affermato e forse il più talentuoso è Ammaniti. Credo di aver letto tutti i suoi libri o quasi e a volte dà la sensazione di non sforzarsi abbastanza (questo è un commento da maestro di scuola, ma spero che mi perdonerai). Secondo me i suoi libri migliori sono "Ti prendo e ti porto via" e "Io non ho paura". Un altro autore italiano molto in voga è Sandro Veronesi, ma non è un autore che io ami particolarmente.
A presto,

Stefano

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