Avevo letto un altro di libro di Magris e non mi aveva particolarmente colpito. Ora credo che avessi sbagliato i tempi.
Leggendo quest' Infinito viaggiare -raccolta di appunti in cammino- mi sono reso conto che la scrittura di Magris chiede al lettore tempo.
Normalmente, con altri libri, più si legge e più la storia avanza. In questo caso avviene esattamente il contrario: meno si legge e più il lettore è libero di spaziare, di continuare da solo il viaggio suggerito.
È un mese che leggo -senza stancarmi- questo libro, poche pagine al giorno, e continuo a sottolineare, ad annotare a margine, a ricopiare, ad ricercare quello che in queste pagine viene indicato con semplicità, senza imposizioni, per evitare "il torto del professore, che vuole sempre insegnare e spiegare qualcosa, anziché semplicemente mostrarla, come fa la poesia".