A metà strada fra Barcellona e Girona, sulla costa catalana, c'è un paesino stretto fra la montagna e il mare. Un posto con incanto, come dicono qui, sfregiato - bisogna dirlo - da uno stradone sopraelevato che lo attraversa da un lato all'altro del suo esiguo territorio. Questo luogo si chiama Caldes d'Estrac (3000 abitanti: ho visto condomìni più popolati!), o Caldetes, il nome gli deriva da una fonte termale ancora attiva. In questo genere di luoghi si arriva sempre per caso.
Sul corso principale un museo: la Fondazione Palau i Fabra. Una collezione di opere di una qualità straordinaria e inaspettata.
Josep Palau i Fabra, nato a Barcellona nel 1917, eusle a Parigi durante il franchismo, torna in Catalogna - a Caldetes - e si dedica a recuperare la cultura catalana ferita dalla dittatura ma non a morte. É considerato il maggior conoscitore dell'opera di Picasso (al quale era legato da una profonda amicizia, provata dall'imponente numero di opere esposte nel museo). Poeta, saggista, scrittore, drammaturgo, critico, traduttore.
Compro questo libro, che unisce 4 raccolte di racconti, nella libreria del museo, più per ossequiare la memoria del poeta che per un reale interesse (é la mia ragazza, bibliofila quanto me, a convincermi).
Ora che a distanza di mesi ho deciso di leggerlo mi sorprendo della qualità di questi racconti, brevi, ingegnosi, erotici, ironici, scritti in un catalano squisito.
Poco tempo fa ho letto questa frase: una lingua vive dove vive il suo poeta.