Un romanzetto feroce e grottesco che nasconde, dietro una storia di gelosie e vendette, una riflessione su alcuni temi etici fondamentali come la deontologia o l'eutanasia. Forse un po' troppo per 170 pagine.
McEwan possiede una padronanza chiara della tecnica narrativa e alcune pagine sono davvero eccellenti, soprattutto quando parla della musica (uno dei protagonisti è un compositore di successo):
questo piacere al tempo stesso così sensuale e astratto, il trasferirsi nell'aria vibrante di questo non-linguaggio il cui significato restava per sempre irraggiungibile, sospeso come un supplizio di Tantalo là dove si fondono emozione e intelletto.
Tuttavia questo libro non riesce ad esprimere a pieno quella atmosfera carica e vischiosa resa così magistralmente in Cortesie per gli ospiti.