lunedì 18 luglio 2011

La camera chiara - Roland Barthes

Non c'è bisogno che dica che Roland Barthes è stato uno degli intellettuali più influenti e importanti del Novecento. Questo trattatello sulla fotografia, scritto poco prima di morire, è un'opera fondamentale, piena di spunti di riflessione. L'autore propone una sorta di teoria estetica sistematica della fotografia, compito piuttosto difficile, perché, come dice lui stesso, questa è un'arte che, per la sua stessa natura, sfugge alla catalogazione: a metà fra processo creativo e fenomeno chimico, fra opera d'arte e souvenir. La fotografia, continua Barthes, poggia su tre gambe: il fotografo che scatta la foto, lo spettatore che la guarda e il soggetto fotografato che non è, come in pittura, "rappresentato" ma catturato nella realtà e reso eterno. La fotografia crea il "Passato" che prima di essa era solo un concetto astratto.

Al margine di tutto ciò l'autore sembra refrattario al suo stesso metodo e si compiace spesso di contraddire quello che ha appena stabilito. E forse a volte confonde il "Passato" con la "Storia".

La fotografia digitale stravolge completamente le conclusioni di questo libro. Barthes scompare nel 1980: probabilmente si è risparmiato un disgusto.


6 commenti:

idrasia ha detto...

Effettivamente la fotografia digitale non dà quella sensazione di definitivo e immutabile che dava la pellicola sviluppata. Tuttavia chiunque scatti una foto, ferma il tempo e ci racconta una storia che va oltre l'immagine, il tempo diventa infinito, quello che Dyar Jeoff chiama "infinito istante". Ma questo è un altro libro.
Grazie e complimenti per la sintesi. Un saluto a te.
Annamaria

Stefano Cristi ha detto...

Grazie a te per avermi spinto a leggere finalmente questo libro!

gabrilu ha detto...

"La fotografia digitale stravolge completamente le conclusioni di questo libro. Barthes scompare nel 1980: probabilmente si è risparmiato un disgusto."

...Oppure, molto probabilmente (non sottovalutiamo Barthes!) avrebbe preso atto dei cambiamenti, ci avrebbe riflettuto su, li avebbe studiati e ci avrebbe poi regalato un altro dei suoi bellissimi libri.

Oppure no. Chi lo sa. Barthes è morto, e dunque che ne posso sapere, io?

Stefano Cristi ha detto...

Buongiorno Gabrilu, è un onore vederti da queste parti!

Proprio pochi giorni fa leggevo un libro sul cinema che tocca incidentalmente il tema del digitale e delle sue conseguenze. Si Chiama "L'alieno e il pipistrello" (Gianni Canova per Bompiani. Spero di poterne scrivere una breve rassegna nei prossimi giorni.
A presto!

A proposito, non sono ancora riuschito a trovare "L'Orchestra del Reich"...

gabrilu ha detto...

Non sono riuscita a trovare la tua mail.

Se me la dai (scrivendomi in priv, ché la mia mail ce l'hai di sicuro) credo di poterti aiutare ;-)

"L'orchestra del Reich" è libro che merita. Sono abbastanza presuntuosa da presupporre che ti interesserebbe parecchio.
Ciao e grazie

P.S. Il libro di cui parli ("L'alieno e il ipistrello") deve essere molto interessante. Leggerò attentamente il post che scriverai.

Nessuno di noi mortali, oggidì, è in condizioni leggere tutto. Benvenuti dunque noi "Passatori".

Stefano Cristi ha detto...

Sempre benvenuti!
Per quanto riguarda la tua mail, ne ho trovata una su marcelproust.it È quella che usi?

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